Terrae è un’opera unica e originale realizzata da Irene Lupia e Giulia Gentilcore composta da sette libri d’artista dedicati alla terra.

L’opera racconta, attraverso simboli, segni materici, appunti e frammenti di narrazione, della forte connessione che unisce in maniera ancestrale l’essere umano all’elemento terrestre, un legame antico che risiede anche nell’etimologia delle parole “humus”, terra, e “homo”, uomo. 

Tutti i libri si configurano come campionario di terre, in quanto custodiscono immagini disegnate, dipinte e stampate con fanghi, inchiostri naturali e pigmenti raccolti dalle artiste nel corso del tempo.

La struttura a fisarmonica dei libri, piegata e assemblata a mano, li rende opere editoriali e allo stesso tempo scultoree: abitano lo spazio e con energia vi si propagano. L’apertura di ogni libro sfugge al controllo totale di chi intende sfogliarlo, evocando il senso di impotenza che l’uomo prova dinanzi a un fenomeno naturale. La stessa scatola di Terrae ha una funzione contenitiva, nel duplice significato del termine: conserva i libri e ne trattiene la forza propulsiva.

Le forme dell’opera hanno un significato simbolico: le copertine e i fogli dei libri sono quadrati, così come quadrato è il simbolo della terra, una figura geometrica che richiama la solidità, la stabilità e la protezione. Un’altra forma che ricorre, tanto nei libri quanto nella loro custodia, è quella del triangolo: osservati dall’alto, i libri chiusi di Terrae appaiono come una successione di sette forme triangolari, simboli dell’elemento femminile e di fecondità. Sono sette e triangolari anche le forme che permettono l’incastro del contenitore dell’opera, elemento “femmina”, con il suo coperchio, elemento “maschio”.

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